Menu principale:
TERAPIE
OMEOPATIA
L'omeopatia (dal greco: omoios =stesso, simile + pathos =sofferenza) cura le malattie con sostanze simili alla malattia stessa. Ciascuno soffre, infatti, a modo suo. Ad esempio, il mal di gola in alcuni sarà migliorato da bevande fredde, in altri da bevande calde; alcuni avranno la febbre alta, altri solo una febbricola, altri ancora continueranno indisturbati la loro operosa attività nonostante il dolore pungente. La diagnosi omeopatica è una diagnosi di rimedio: si prescrive quel rimedio che, nella persona sana, provoca gli stessi sintomi che ha il malato. Il rimedio omeopatico, quasi come un vaccino, stimola la naturale capacità di guarigione dell'organismo.
La medicina occidentale cura invece le malattie con i loro contrari, utilizzando, per esempio, un antidolorifico quando c'è dolore, o un antipiretico quando c'è febbre. Le etichette diagnostiche occidentali non considerano le modalità personali di manifestazione della malattia; se dieci pazienti hanno mal di gola, la diagnosi sarà per tutti "tonsillite", mentre la diagnosi omeopatica potrebbe essere per alcuni Aconitum, per altri Belladonna, per altri ancora Apis, ecc. La diversità tra i due sistemi va ben compresa, non per attribuire negatività all'uno o positività all'altro, ma per garantire diagnosi e terapie congrue con la rispettiva disciplina di riferimento.
AGOPUNTURA
L'agopuntura è solo una piccola parte dell'antica arte medica orientale, comprendente moxibustione, massaggio, dietetica, fitoterapia, oltre ad un insieme di pratiche di igiene di vita tese a prevenire l'insorgenza delle malattie.
Come metodica in sé, l'agopuntura consiste nel pungere il corpo con aghi sottili, in punti strategici posti lungo il decorso di particolari strade chiamate "meridiani", vie preferenziali di scorrimento energetico, forse assimilabili, in termini moderni, a linee di campi elettromagnetici corporei. Gli aghi, come vigili posti su importanti crocevia, regolano il traffico energetico, risolvono gli ingorghi, ridistribuiscono eccessi e carenze, ripristinando la normale circolazione.
Cosa hanno in comune omeopatia e agopuntura?
Sono terapie "personalizzate": considerano le peculiari modalità di espressione della sofferenza individuale.
Sono terapie "non settoriali": collocano il sintomo nell'insieme dell'organismo nel quale si manifesta.
Nei casi acuti, hanno azione rapida.
Non intossicano il corpo.
Sostengono le capacità adattative dell'organismo, stimolandolo a reagire.
Educano e responsabilizzano il paziente, che impara a valutare il proprio "funzionamento energetico" e, osservandosi, a correggere eventuali inadeguatezze del proprio stile di vita favorenti la malattia.
Hanno un efficace ruolo preventivo, modificando il "terreno".
Cosa curano omeopatia e agopuntura
Siamo abituati a dare un nome alle malattie che ci affliggono, così come lo diamo a persone, animali, piante e oggetti.
Ciò che ha un nome ha un'identità, esiste di per sé. Usiamo nomi persino per indicare emozioni astratte, che sembrano così piombarci addosso dall'esterno, anziché provenire dal nostro intimo.
Dare un nome alle malattie induce a considerarle come qualcosa da noi separato.
Malati o sani, rimaniamo sempre noi. Quando siamo sani non siamo migliori nè più buoni di quando siamo malati. Salute e malattia sono come due facce di una stessa moneta: inseparabili e contemporanee, appaiono alternandosi; senza l'una non conosceremmo l'altra. Sono entrambe stati transitori nella nostra vita, tramite i quali ci esprimiamo. L'"etichetta diagnostica" permette di portare la malattia fuori da noi per consegnarla ad un'altra persona affinchè la curi, estromettendo una parte a noi difficile da comprendere.
Non ho redatto un elenco di patologie trattabili con agopuntura e omeopatia; pur utile per un primo orientamento, non esaurirebbe le potenzialità individuali di farsi carico della propria situazione. La domanda stessa è inappropriata, in quanto basata su criteri non appartenenti al sistema terapeutico interpellato. Considerare le malattie come entità separate da noi porta facilmente a pensare che anche la cura possa necessariamente arrivare solo dall'esterno, senza considerare quali meccanismi e reazioni si siano innescati dentro di noi, e qali i loro rapporti con il malessere.
Gli aghi non danno all'organismo nulla di materiale, ma un semplice messaggio informativo, che ricorda al corpo ciò che aveva dimenticato: come lasciar scorrere in sè l'energia della Vita, ciascuno in base alle proprie modalità. Il colloquio sollecita il paziente ad osservarsi e porsi in un atteggiamento attivo. La domanda cambia: cosa percepisco di me? Perché reagisco così? Cosa posso fare per modificarmi?
Medico e farmaco restano un prezioso sostegno nelle situazioni acute, o quando siamo talmente in disequilibrio da non riuscire a farci carico di noi stessi. La guarigione, però, presuppone un cambiamento attivo che solo il malato può attuare. Qualunque sia la terapia cui si faccia ricorso, è fondamentale che insieme, medico e paziente, capiscano "che cosa debba essere curato" secondo scienza e coscienza di chi compie il gesto terapeutico, e la consapevolezza di chi lo riceve partecipandovi.
Nuovi sviluppi...
Sono una ricercatrice, raggiunta da nuove conoscenze nella misura in cui sono in grado di accoglierle.
Ho aperto una finestra su nuovi metodi di presa di consapevolezza nel blog: terrarossacosmica.blogspot.com
Menu di sezione: